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13-26 |
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"Quando vinci, non pensare troppo bene di te stesso. E quando perdi, non pensare troppo male di tes tesso". Il pensiero di zach Thomas suggella lo stato d'animo dei Dolphins, che battendo i Patriots hanno raggiunto un duplice obiettivo. Innanzitutto, si sono prontamente ripresi dopo la brutta battuta d'arresto subita una settimana fa a Kansas City. E l'hanno fatto in tutte le fasi del gioco: difendendo aggressivo, pressando gli avversari, evitando turnovers (solo un fumble perso da Ricky Williams, il terzo della stagione, forse un segnale preoccupante?), andando subito avanti e gestendo la partita con le corse. Insomma, un gran bella prestazione.
Il secondo obiettivo, forse, era ancora più importante: la supremazia. Come ha detto Patrick Surtain, "loro hanno quello che noi vogliamo: vogliamo arrivare dove loro erano l'anno scorso". Ora infatti i Dolphins hanno preso il controllo della division, che comandano con un record di 4-1, davanti, nell'ordine, a Patriots, Bills e Jets, ed almeno i primi due saranno avversari molto duri fino alla fine. Però, dalle dichiarazione di Wannstedt, tutto questo passa in secondo piano: l'importante è stato aver recuperato in fretta dopol la sconfitta contro i Chiefs, il resto sembra non contare: "Ci siamo vergognati di quello che è successo la scorsa settimana. Vedere la squadra ritrovarsi in questo modo, beh, è veramente incoraggiante".
Miami ha forzato il ritmo fin dall'inizio, con una difesa cmolto aggressiva che ha forzato due turnovers e concesso ai Pats la miseria di 26 yards in tutto il primo tempo, chiuso 16-0 e con un vantaggio di 20 minuti nel computo del tempo di possesso. Poi non ha fatto altro che controllare, con relativa tranquillità, concedendo agli avversari lo stretto necessario.
New England non è riuscita a fare granchè per cambiare la gara. I trucchetti difensivi di Belichick non sono serviti a mettere confusione in Fiedler (17-27, 190 yds, 2 TD, un terzo corso e nessun intercetto). Viceversa sono stati proprio i Patriots i primi a dare l'impressione di non sapere che pesci pigliare: nei loro primi 21 giochi hanno guadagnato (nette) 17 yards: la bellezza di 29 pollici ogni gioco.
Tom Brady, è vero, ha chiuso con un rispettabile score di 240 yards (17/31) e 2 TD, entrambi lanciati su David Patten, ma ha anche lanciato due intercetti, e la quasi totalità del suo bottino è venuta nella seconda parte della gara, quella in cui il destino era ormai segnato.
Un dato da considerare è che, dopo essere stati brutalizzati da Priest Holmes e annientati da LaDainian Tomlinson, i Patriots hanno resistito in modo almeno degno a Ricky Williams. Il capellone di Miami ha comunque totalizzato 105 yards sulla terra, stabilendo un nuovo record per gli aqua-orange, ma dopo il modo in cui la difesa campione del mondo si era fatta correre sopra nelle ultime gare, è già un miglioramento. E considerando che domenica la serie prosegue con Ahman Green, di un segno di speranza in questo senso c'era proprio bisogno.
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49-31 |
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Due cose sono evidenti dopo questa partita: che Buffalo deve trovare il modo per andare
all'overtime, perchè abbiamo visto che lì trovano il modo per vincere. E, più seriamente, che quando i Bills troveranno una difesa, saranno una squadra di cui preoccuparsi sul serio.
Il talento, in attacco, non gli manca di certo, e con nomi giovani come Travis
Henry, Peerless Price ed il rookie Josh Reed, supportati da du estelle come Bledsoe e
Moulds, il potenziale per mettere punti sul tabellone non manca di sicuro. Però... "È vero, potenzialmente siamo una squadra che può mettere tanti
big-plays, ma dobbiamo eliminare alcuni errori che consentono agli altri di segnare. Oggi è stata semplicemente colpa mia, un gioco sbagliato". Bledsoe ammete così le sue colpe sull'intercetto subito e riportato in TD per 81 yards da Philip
Buchanon, il CB rookie prima scelta che i Raiders hanno acchiappato quest'anno da quel meraviglioso vivaio che è la Miami University. In quel momento Oakland conduceva 35-31, e la gara, con i Bills in attacco, era ancora in bilico. Buchanon aveva sfiorato l'intercetto all'azione precedente, e si stava quasi ancora rammaricando per aver perso l'occasione. Senonchè Bledsoe ripeteva lo stesso gioco, e stavolta il giovane cornerback non sbagliava, segando il TD che spaccava la partita. Nel successivo possesso
Gannon, pescando Jerry Rice, chiudeva definitivamente i giochi.
È comuqnue curioso che sia stato un gioco difensivo a decidere una partita che ha visto di fronte due tra i migliori attacchi NFL. Alla fine le due squadre, assieme, hanno totalizzato 974
yards, che è una cifra enorme. Rich Gannon ha chiuso con 23-38, 357 yards e 3 TD (per
Porter, Garner e Rice), più uno corso di persona. Drew Bledsoe ha fatto ancora meglio, chiudendo con 32-53 per 417
yards, con 2 TD (passaggi per Price e Moore). Però Bledsoe ha lanciato due intercetti, è la differenza alla fine è stata lì.
A questo punto per i Raiders non sembrano esserci molti motivi per lamentarsi, ed anche i 31 punti incassati ieri non sono motivo di preoccupazione, visto cosa può fare l'attacco. "E non vi abbiamo ancora mostrato tutto" diceva negli spogliatoi un raggiante Jerry
Porter. "Ci sono molte cose che non abbiamo ancora avuto occasione di far vedere. Non ne avete viste neanche metà". Comunque sia, questa metà sta bastando e avanzando per affibbiare ai Raiders il ruolo di favorita, a questo punto della stagione. I sondaggi ed i commenti sono unanimi nell'indicare Oakland come la squadra migliore, ma per ilmomento questo ruolo non sembra pesare ai "vecchietti" di coach
Callahan.
Buffalo, come detto, ha un solo problema: sistemare la difesa, perché concedere 358 yards e 36 punti di media a gara è, in effetti, un po' troppo. Non sarà facilissimo, ma nemmeno impossibile. E il tempo non manca.
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29-25 |
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Poveri Jets. In uno dei momenti più bassi della loro storia recente, con un record di 1-3 salvato solo da un big-play dello special team, con il morale sotto i tacchi e la necessità di fare risultato per risollevarsi prima che sia troppo tardi, Priest Holmes era proprio l'ultima persona che avevano bisogno di trovarsi di fronte. E dire che, dopo aver visto Tony Gonzales distruggere i Dolphins la settimana prima, i Jets erano anche riusciti a limitare il tight end di Kansas City a sole 4 ricezioni per 25
yards. Ma Holmes è stato "unstoppable".
Il running back dei Chiefs sta confermando il suo stato di grazia e, se continuerà così, sarà l'ovvio candidato per il titolo di
MVP. Contro i Jets ha corso per 152 yards, segnando un touchdown, ed ha ricevuto per altre 81, segnando un altro
touchdown. "Cos'è che non può fare?" si chiede lo stesso Trent Green (per lui un'altra buona prestazione, 23-33, 296 yards e 2
TD). "Gli avversari si concentrano su di lui come running back, e così la sua abilità nel ricevere lo rende ancora più importante per noi". Nell'ultimo drive, culminato nel TD vincente a 27 secondi dalla fine, Holmes ha toccato la palla, correndo o ricevendo, in 6 dei 10 giochi. Incluso, ovviamente il touchdown che ha dato la terza vittoria ai
Chiefs. E che, con essa, ha complicato ancora più la situazione di classifica della AFC West, oggi più che mai un vero rompicapo con tutte e quattro le squadre sopra quota .500.
E se la AFC East non è alla stessa altezza il demerito è essenzialmente proprio dei
Jets. Che in questo momento saranno anche davvero poca cosa, ma che comunque, stavolta, ci hanno provato.
Contrariamente alle precedenti partite, chiuse con uno score totale di 102-13, stavolta i Jets hanno segnato 25 punti, anche se ad una delle peggiori difese del campionato. Curtis Martin ha supertao di nuovo le 100
yards, e questa è senz'altro una buona notizia, visto che in tutte le precedenti quattro partite cumulate non era arrivato che a 98; Coles ha ricevuto anche lui per più di 100
yards, ed anche questo è un bene. Ma in difesa si è visto di tutto e, sebbene fermare Holmes di questi tempi non sia facile per nessuno, qualcosa di più si poteva probabilmente fare. Ma, tant'è.
E comunque, la notizia più grossa è che i fan dei Jets hanno un nome nuovo in cui sperare. Chad Pennington ha finalmente debuttato nella NFL da titolare, dopo le ultime prestazioni non proprio brillanti di Vinny
Testaverde. E non è andato male: 23/30, due touchdowns, uno per il TE Anthony Becht ed uno da 29 yards per un (forse) ritrovato Santana
Moss. Nella partita di ieri si è forse rivelato essere quello che i Jets speravano che fosse. È stato molto aiutato dalle corse di un Curtis Martin in recupero, cosa su cui
quest'anno Testaverde non ha praticamente potuto contare, ma nei due drives che hanno portato a segnature ci ha anche messo del suo. Peccato che non potrà salvare la stagione dei
Jets, perché a 1-4, nella AFC East e soprattutto nella situazione post-riallineamento divisionale, i biancoverdi di New York sanno già che i playoffs li farà qualcun altro. A meno di un miracolo...
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