Huddle Magazine
 

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EAST DIVISION
by Mauro Rizzotto

WEEK 2

Team W L T %
Miami 2 0 0 1000
New England 2 0 0 1000
N.Y. Jets 1 1 0 500

Buffalo 1 1 0 500

 

44-7

"Sono veramente una gran squadra. Credo sia tempoc hela gente inizi a dargi credito. Non sembra nemmeno che sentano la pressione di difendere il titolo di campioni; a me sembra che si stiano divertendo". Le parole di Donnie Abraham, cornerback dei Jets, in effetti fotografano piuttosto bene la situazione in cui si trovano i campioni ncarica di New England, giunti alla loro undicesima vittoria consecutiva nell'arco delle ultime due stagioni.
Al Giants Stadium, in una gara molto sentita da tutte e due le squadre, il punteggio finale fotografa come non mai quello che è successo in campo: un massacro. I Pats hanno dominato in lungo ed in largo ogni fase del gioco, e le statistiche sono lì a testimoniarlo impietosamente. Hanno guadagnato più del doppio delle yards dei Jets (432 a 200) e più del doppio dei loro primi down (24-9); i tempi totali di possesso non sono nemmeno avvicinabili (38 minuti contro 22) ed il computo delle third-down conversion è annichilente: 10 su 16 per i campioni NFL contro 1 su 12 per New York.
Forse mai come ieri, in tutta l'era-Belichick, i Patriots sono apparsi così dominanti nei confronti dell'avversario; e proprio il coach aveva i suoi motivi di soddisfazione nell'aver stravinto un confronto che, si sa, sente particolarmente: "C'è un vecchio adagio" ha detto "che dice che molte battaglie si vincono prima che siano combattute. E io devo dare molti meriti ai miei ragazzi e a tutto il coaching staff per come ci siamo comportati".
Come al solito, sul campo, è stato l'intera squadra di New England ad eccellere, ma come al solito nell'analisi, un occhio di riguardo va a Tom Brady, preciso dall'inizio alla fine della partita, e che ha chiuso con uno score di 25/35, 269 yards, 2 TD ed 1 intercetto. Ma anche la prova della difesa è stata notevole, concedendo ai Jets, in tutto il primo tempo, un solo primo down e la miseria di 48 yards totali. E nel secondo tempo è stat la difesa che ha piazzato i big plays (un fumble forzato e riportato in touchdown da Tebucky Jones ed un intercetto ritornato per 90 yards in end zone dall'ex Victor Green). È vero che ai Jets è venuto a Mancare Curtis Martin, ma...
Ah, sì! I Jets... In effetti c'erano anche loro in campo, anche se alla fine a nessuno piacerà ricordare questa partita. Ed a riviverla è anche difficile ricordare quale sia stato il momento più basso di questa incredibile sconfitta. Forse il sack su Testaverde di Jones con il fumble riportato in end zone. Forse i sacks che Testaverde ha incassato da giocatori scartati dagli stessi Jets, come Hamilton e Pleasant. O forse l'intercetto ed il ritorno da 90 yards in touchdown di Victor Green, uno che ha lasciato i biancoverdi quest'anno, e non certo in modo amichevole.
Soprattutto, però, quello che ha lasciato sconcertati è l'assoluta impotenza offensiva degli uomini di Herman Edwards una volta perso Curtis Martin per infortunio. Il miglior ricevitore (Santana Moss) ha ricevuto per 35 yards. Il miglior corridore, alla fine, è stato addirittura il punter Matt Turk, con la stratosferico bottino di 14 yards. Il tutto mentre l'attacco guidato da Tom Brady lasciava in bambola gli avversari con fake plays e reverse e lanciava ricevitori che si bevevano la secondaria per volare in end zone.
"Orribile". "Patetico". "Imbarazzante". "Scioccante". Tutti termini usati dagli stessi giocatori di New York per definire la loro stessa partita. A cui aggiungiamo il comento di Testaverde: "Come mi sento? Forse un po' imbarazzato. Ma lasciatemi dire solo una cosa: questa è stata veramente una sveglia". E sarà meglio che suoni forte, perché spettacoli del genere i tifosi di New York non ne sopporterebbero ancora molti.