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10-13 |
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Eccoci qua. Per quanto sia difficile da descrivere e per quanto fosse stato impossibile anche solo da immaginare, la stagione dei Jets è ancora viva e vegeta. E la tiratissima e sofferta vittoria sui Dolphins ha gettato nel caos più totale una division che qualche settimana fa appariva già morta e sepolta. I Dolphins sono in piena crisi, presi in una spirale discendente che non sembra avere rapida soluzione. I Patriots sono risorti, i Bills non sono mai morti ed ora anche i Jets, brutalizzati da tutti (me compreso) fino a ieri, sono improvvisamente ad una sola partita di distanza dal vertice della AFC East, occupato dalle altre tre in coabitazione.
"È folle. Tutti ci davano per morti" ha detto Josh Evans, DT di New York al termine della gara. "Eravamo 2-5 e non ci siamo arresi. Sono le cose come queste che ci rendono ancora più forti" gli ha fatto eco John Hall, il kicker autore dei punti decisivi. La vittoria dei Jets è il risultato di un gran sforzo di squadra. In attacco non ci sono state prestazioni singole che si siano stagliate sulle altre, ma tutti hanno fatto la loro parte. La difesa, che all'andata aveva subito 151 yards da Ricky Williams, lo ha contenuto stavolta a sole 53, ripetendosi dopo aver neutralizzato la settimana prima anche Tomlinson. E semmai è stata proprio la difesa ad aver messo i giochi decisivi, ottenendo tre sacks (due con un ritrovato Abraham) e forzando gli errori fatali ai Dolphins.
Già. Gli errori dei Dolphins. Dodici turnovers nelle ultime tre partite non si spiegano solo con l'assenza di Jay Fiedler ed i patemi di Ray Lucas, anche se è il quarterback ad aver messo lo zampino nella maggior parte di essi. Né si spiega tanto facilmente il fatto che nelle ultime 6 partite Williams, impossibile da fermare ad inizio stagione, sia andato solo una volta sopra le 100 yards. Infortuni (Dixon è di nuovo uscito malconcio dal campo), sfortuna (Cris Carter, appena firmato, già in ospedale per malanni intestinali), l'eterna nemesi per i Jets (ogni anno a Meadowlands è il solito calvario). Fatto è che dal 1999 Miami non perdeva tre partite di fila e tutto ad un tratto una stagione che sembrava trionfale si sta tramutando nel solito incubo di ogni dicembre, solo con un mese di anticipo.
La partita di ieri è stata ovviamente decisa dagli errori. E se i Dolphins recriminano anche su qualche decisione arbitrale contestata (un TD di Chambers prima convalidato e poi, dopo il replay, annullato perché il ricevitore non avrebbe avuto il possesso completo del pallone) la cosa su cui rimuginare è l'assoluta mancanza di incisività dell'attacco. Chambers è l'ombra del giocatore che era lo scorso anno, anche se gli va dato atto che quest'anno è molto più marcato dagli avversari. Williams, come detto, sta attraversando un momento non felice. Cris Carter, imbarcato per dare una mano (e che mano...) sta già pagando dazio alla sfortuna. È lecito chiedersi quanto il rientro di Fiedler potrà raddrizzare la barca, ma va anche detto che ieri Lucas ha dato dei segnali di ripresa, dopo le due prime prestazioni da incubo. 19/28 per 227 yards ed un TD. Non ha lanciato nessun intercetto, ma uno dei due fumbles è stato causato da una incomprensione con Edwards su un handoff, ed i Jets sono andati in touchdown proprio sul gioco successivo.
Insomma: nulla di nuovo. I Jets battono i Dolphins, nella classifica della AFC East le squadre sono più vicine che su un autobus all'ora di punta... tutto come al solito. Ci sarà da divertirsi fino alla fine.
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