NFL 2K


National Football Conference
East Division

WEEK 7

Washington Redskins 10 - Baltimore Ravens 3

Due squadre di vertice si scontravano nel derby del Maryland e alla fine l'hanno spuntata gli uomini di Norv Turner, per la felicità dell'ambiziosissimo proprietario Dan Snyder che finalmente comincia a vedere i frutti dei suoi sforzi finanziari. Il poderoso rb Stephen Davis ancora una volta ha risolto le cose per i Redskins, impedendo ai sorprendenti Ravens di Brian Billick di vincere la terza partita consecutiva senza segnare una singola meta (impresa riuscita soltanto ai Detroit Panthers nel 1925!). Con una fantastica corsa di 33 yds, coronata da un devastante stiff-arm sul rimontante Rod Woodson, Davis, all'inizio del quarto periodo, ha messo a segno infatti l'unica meta di un incontro dominato, per il resto, dalle difese. Ancora una volta per Baltimore la cosiddetta "red zone efficiency" è stata un disastro. A mio parere molta della colpa va attribuita al passing game, ancora una volta insufficiente dopo gli exploit di inizio stagione: l'unica volta che l'incostante qb Tony Banks è riuscito a trascinare i suoi in prossimità dell'area di meta avversaria, sul primo&goal allo scadere del primo tempo di gioco, i Ravens, invece di sfondare con una corsa centrale, provano un lancio, ma , indovinate che cosa? Il ricevitore designato, il te all- pro Shannon Sharpe, viene anticipato in end zone dal lb di Washington Kevin Mitchell che, con un guizzo, gli ruba la palla e si inginocchia per un touch back! Questo big play (ancora una volta di un difensore…) ha difatto sbilanciato psicologicamente la partita a favore dei Pellerossa che, nelle fasi finali, come descritto, hanno fatto loro la posta. Amarezza nelle file dei Ravens con gli stessi membri dell'attacco scandalizzati dalla povertà delle prestazioni offensive, incapaci di coronare il lavoro di una difesa fortissima che, saldamente collocata nelle top five della NFL, ha tenuto Davis sotto le 100 yds e Brad Johnson sotto le 200. Soddisfazione invece per Washington che ancora non impressiona, ma continua pur sempre a vincere, dimostrando forza e determinazione nelle situazioni chiave.

NY Giants 19 - Dallas Cowboys 14

Il giorno in cui Ron Dayne ha definitivamente mostrato di poter giocare alla grande nell'NFL, Troy Aikman, ormai lontano dai tempi d'oro, ha insinuato negli appassionati il dubbio di non farcela più. Mentre infatti il recente Heisman Trophy ha superato le 100 yds, segnando anche una meta decisiva, il biondo qb di Dallas ha lanciato 5 intercetti (!), di cui addirittura 4 nel primo tempo di gioco, superando il picco della stagione da rookie e stabilendo, così, un record negativo nella storia della prestigiosa franchigia texana. Ma anche i Giants, che pure continuano a vincere, hanno dei problemi: basti pensare che, per segnare, NY ha dovuto attendere il terzo intercetto dell'incontro! A quel punto, partendo dalle 21, una bella corsa di Dayne ha consentito al qb Collins, sul quarto&goal, di trovare il te Pete Mitchell completamente libero per il 7 a 0. Poco dopo Aikman ha sprecato l'occasione di pareggiare la partita quando ha mancato (lancio troppo corto!) un ricevitore libero in end zone: altro intercetto e palla ai Giants. Una straordinaria galoppata da 47 yds dell'elusivo Tiky Barber è stata capitalizzata con un fg, il primo dei due messi a segno Domenica dall'affidabile Brad da Luiso. Sotto 10 a zero finalmente i Cowboys reagiscono e un travolgente ritorno di kickoff dell'ex Rhein Fire Jason Tucker mette Aikman in condizione di lanciare una meta da 1 yd per il fb Robert Thomas. Dallas si porta addirittura i vantaggio con un bel drive concluso con una breve corsa di Emmit Smith ma, sul 14 a 13, i Giants mettono a segno l'ennesimo intercetto (questa volta del lb Michael Barrow) e, trascinati da un Dayne in splendida forma, segnano la meta della vittoria. Dallas (2-4) sembra destinata - soprattutto se in giornate come queste Aikman non viene sostituito- ad una stagione piena di sconfitte e di polemiche, mentre i anche i Giants (che perdono il cb Seahorn, infortunatosi sul primo intercetto), e ancor meno dei Resdskins, vincono ma non convincono.

Philadelphia Eagles 33 - Arizona Cardinals 14

Bella vittoria degli Eagles al Sundevil Stadium, difronte, però, a soli 38 mila dei 73 mila spettatori possibili: il brutto inizio di stagione dei Cardinals ha infatti già scoraggiato gran parte del pubblico. Va bene che "The Snake" è il re delle rimonte, ma essere sotto 24 a 0 all'inizio del terzo quarto per un tifoso è veramente insopportabile! Il migliore giocatore in una partita che, lo avrete capito, non ha avuto storia, è stato, e di gran lunga, il qb di Philadelphia Donovan Mc Nabb, un giovane che si sta imponendo all'attenzione generale per l'atletismo, la leadership e la continuità di rendimento: per lui un bel 24 su 34 per 226 yds e un td pass (al te Chad Lewis), oltre a un buon bottino sulle corse. L'attacco degli Eagles ha dominato il campo, grazie all cd "ball controll attack", con tre diversi running backs (assente Staley) a suddividersi il peso dell'attacco: Brian Mitchell, Darnell Autry (tornato al football dopo una breve e sfortunata parentesi nel mondo del cinema) e il fb ex Miami Stanley Prichett. Così gli uomini di Andy Reid hanno segnato sui primi quattro possessi, spezzando il ritmo a Plummer e compagni. Solo sul 24 a zero e nella seconda parte dell'incontro, come dicevo, i Cards si sono risvegliati, trascinati da due td pass del loro qb (uno dei quali un big play da 70 yds per David Boston, che viene penalizzato per comportamento provocatorio). Ma la partita è ormai saldamente nelle mani degli Eagles che replicano con una breve corsa di Autry e portano il punteggio sul 30 a 14. Bella soddisfazione per Philadelphia che torna ad un record vincente e batte Arizona dopo quattro sconfitte consecutive. Come ammette il coach Vince Tobin, invece, bruttissima prestazione della difesa dei Cardinals, incapace di fermare Mc Nabb e in generale troppo scarsa sui placcaggi.

Carlo Mantovani

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