NFL 2K


National Football Conference
Central Division

WEEK 7

MINNESOTA @ CHICAGO 28-16

E venne il momento di Robert Smith e Cris Carter. Dopo tanto parlare di Daunte Culpepper e Randy Moss, il futuro dei Vikes, la vecchia guardia ha deciso di ritagliarsi un po' di spazio in questo straordinario inizio di stagione di Minnesota. E l'ha fatto nel migliore dei modi. Confezionando la sesta vittoria consecutiva. In prima serata. Con tanto di statistiche extra lusso e pure un prestigioso record. Robert Smith con le 170y corse contro i Bears ha superato come miglior running back della storia di Minnesota Chuck Foreman, leggenda del football nello stato delle Twin Cities. Cris Carter è tornato a segnare un touch down varcando per la prima volta in questa stagione una end zone palla alla mano. "Volevamo arrivare a Cris in end zone - ha dichiarato negli spogliatoi Culpepper - perché credo fosse un po' arrabbiato per non avere ancora segnato". A ben vedere sugli scudi anche un altro leader vichingo. John Randle, sistemata la pratica primo-sack-stagionale contro Tampa nel Monday Night scorso, ha chiesto la luce dei riflettori ed ha atterrato per due volte Cade McNown. Pensare che la partita non era iniziata nel migliore dei modi per Minnesota. Un ospite nemmeno troppo imprevisto si era presentato al Soldier Field. La pioggia. E il cattivo tempo si sa non è mai un alleato affidabile per le squadre abituate a evoluire nei Dome. Frastornati dalle intemperie e, la sensazione è stata questa, anche un po' svogliati i gialloviola lasciano l'iniziativa ai Bears per tutto il primo quarto. L'esigentissimo pubblico chicagoano non crede ai suoi occhi quando Dez White passeggia in end zone per la prima segnatura di giornata, ben servito da McNown. Ci pensa lo special team a farlo tornare alla realtà pasticciando e fallendo il punto addizionale. Non importa. Il LB rookie Brian Urlacher, già idolo locale, galvanizza la folla con giocate ficcanti e una leadership insospettabile per un ragazzo della sua età. La festa dura poco. Il tempo di iniziare il secondo periodo, segnare un FG con Edinger portandosi su un incredibile 9-0 e tornare improvvisamente i vecchi odiati Bears. Un solo gioco e la partita è spezzata. Entra in campo l'attacco di Culpepper. La palla finisce nelle mani di Robert Smith. Va a vuoto il primo placcaggio. Davanti a Smith si apre una prateria lunga 72 yards con destinazione la end zone. Il possesso successivo Minnesota va ancora a segno. Walters ritorna il punt dei Bears per 25y. Un paio di azioni con guadagno limitato finché… Culpepper per Cris Carter (occupato fino quel momento con l'amico Moss nell'insolito lavoro di guardaspalle di Smith) 24y e TD. La partita finisce ufficiosamente qui. In seguito Minnesota cerca di complicarsi la vita facilitando un buon drive di Chicago, concluso con il TD di James Allen. Il controllo del match però è saldamente in mano a Dennis Green e la ricezione acrobatica di Moss per il TD finale da sette yards gela definitivamente per la quarta volta su quattro in questa stagione gli animi degli aficionados del Soldier Field. Qualcuno fra questi continua a ostinarsi a chiedere la testa di McNown in favore di Jim Miller (che siano suoi parenti?), ma Jauron a sua volta continua, giustamente, a ignorarli. McNown ha talento e manca solo di un po' di tocco e maggiore continuità. Il tempo è dalla sua parte. Miller ha già dimostrato in passato di non essere più di un back up. Minnesota quest'anno è semplicemente più squadra di Chicago. Per Dennis Green però non sono tutte rose e fiori. Troppe penalità rischiavano di compromettere una partita tutto sommato facile, ed i cali d'intensità dei Vikes quando si sono trovati in vantaggio nelle partite sinora disputate devono far riflettere il loro capo allenatore. In nessuna vittoria di Minnesota si è avuta l'impressione di una superiorità schiacciante dei gialloviola. I Vikings hanno sempre lasciato agli avversari una porta aperta, non hanno mai sfruttato completamente gli errori altrui (talora numerosi) per mettere in cassaforte il risultato con largo anticipo, sono sempre sembrati più fortunati che davvero forti. Può essere solo apparenza. La loro vera forza potrebbe nascondersi nell'esecuzione dei giochi decisivi nei momenti cruciali. Il 6-0 depone a loro favore ma restano sub judice fino a una vittoria in cui non si potrà nemmeno lontanamente ritenere implicata la fortuna (che resta pur sempre parte integrante di qualsivoglia sport). Anche perché se si vogliono avere grandi progetti bisogna escogitare un modo per battere St. Louis e al momento l'unica soluzione sembra essere giocare 60 minuti di football paradisiaco in una partita ai 50 punti. Carter, Smith e Randle sono pronti. Ora dopo giovani star e veterani tocca alle seconde linee ed ai giocatori in cerca di riscatto rispondere all'appello.

SAN FRANCISCO @ GREEN BAY 28-31

Ennesimo finale in volata per Favre e soci. Ma stavolta c'è il lieto fine. La palla calciata da Ryan Longwell si infila tra i pali e per i Niners non c'è più spazio. Il Lambeau Field può esplodere in tutta la sua gioia. San Francisco per la seconda domenica consecutiva vede volatilizzarsi una vittoria negli ultimi secondi di partita per colpa di un calcio da tre, fatali, punti. Questo nonostante un Jeff Garcia in formato ProBowl. In svantaggio di 14 punti (21-7) l'erede di Joe Montana e Steve Young a cavallo fra penultimo e ultimo quarto orchestra due drive vincenti (da 77 e 71 yards) che garantiscono ai 49ers un mini supplementare di 12 minuti. Suoi complici J.J. Stokes e Terrell Owens. E' ancora Owens a segnare per il 28 pari con una ricezione da 37y dopo che Ahman Green aveva rotto l'equilibrio con una corsa da una yard. Green Bay però nel quarto quarto con Favre in regia fa paura e se non disponi di una pass rush decente conviene verificare a che santo bisogna votarsi prima che sia troppo tardi. Il santo dei 49ers era momentaneamente assente così come la pass rush della squadra di Mariucci sicché il tre volte MVP della lega non ha avuto troppi problemi a lasciare a Ryan Longwell una posizione di campo da cui non si può sbagliare. E Longwell sbagliato non ha. A nulla è servito il tentativo finale dei californiani spentosi su una ricezione con corsa successiva di Charlie Gardner. La pass rush avversaria nulla e l'inserimento dei due tackle rookie Mark Tauscher e Chad Clifton (per la prima volta a proteggere il lato cieco del suo QB) ha permesso a Favre di divincolarsi come in gioventù, in scramble, superando i blitz, uscendo dai tackle per lanciare e trasformando i giochi rotti in sostanziosi guadagni. Subito incisivo aveva portato i suoi sul sette a zero piazzando 67y di TD pass per Antonio Freeman già nel primo quarto. Ahman Green e Dorsey Levens segnavano su corsa (tre TD su corsa nella stessa partita sono rari come le tigri bianche per i Packers edizione 2K) spiazzando Garcia e compagni che avevano prontamente risposto alla meta di Freeman con una segnatura di Gardner. Green Bay in una stagione stile "l'ottovolante di Eurodisney al confronto è un'autostrada" mantiene viva una flebile speranza di festeggiare il nuovo millennio con una bella partita di football. Frisco per parte sua ha un record che grida vendetta e la consapevolezza di poter costruire su un ragazzo di qualità come Garcia. Non sempre nei finali concitati si ha di fronte tale Brett Favre, professione "specialista dell'ultimo quarto". Messo in condizioni di lavoro decenti il ragazzo col braccione è ancora uno dei primi tre quarterback della lega.

DETROIT (4-2) BY WEEK

Brutta tegola sui Detroit Lions. Nonostante non si sia giocato Detroit ha perso per infortunio il suo miglior ricevitore. Nell'allenamento del venerdì Germane Crowell si è fermato e non si sa ancora per quanto tempo dovrà rimanere lontano dai campi di gioco. Il bilancio prima della pausa, più corta per via del turno infrasettimanale (giovedì contro Tampa Bay), è abbastanza soddisfacente per dei Lions in piena corsa playoff. Con Charlie Batch in buona forma hanno dimostrato di poter dare del filo da torcere a chiunque e se aumenta la pericolosità del gioco sul terreno gli spazi per il QB numero 10 aumenteranno e proporzionalmente crescerà la sua pericolosità. Molto dell'attuale stagione potrebbe decidersi proprio giovedì nello scontro diretto con Tampa. In caso di vittoria il 5-2 di record coprirebbe decisamente le spalle a Detroit facendo inciampare e sprofondare in una crisi deleteria la più diretta inseguitrice. Se dovesse andar male si dovrebbe iniziare tutto da capo appaiati ai Bucs nella rincorsa ai Vikes o all'eventuale Wild Card. Il giovedì NFL, anche se fuori stagione, presenta praticamente il primo incontro di playoffs del 2000.

TAMPA BAY (3-3) BY WEEK

Non poteva esserci momento migliore per riposare in casa dei Buccaneers. Tre sconfitte consecutive sono dure da digerire per chi in estate ha il Superbowl come pensiero fisso. Quindi meglio fermarsi, riunirsi attorno ad un tavolo, far mente locale e discutere per cercare delle valide soluzioni. Pena la perdita completa di lucidità ed il rischio di compromettere più di quanto non si sia già fatto una stagione nata sotto i migliori auspici ed ora pericolosamente sull'orlo del baratro. Difesa che sembra aver perso un po' di concentrazione (oltre all'importantissimo Hardy Nickerson nel mercato dei free agent ed il suo sostituto Jamie Duncan per infortunio). Attacco improvvisamente tornato agli standard deficitari della passata stagione (cui va aggiunto il mancato sfruttamento del miglior colpo di mercato dell'estate, quel Keyshawn Johnson costato una montagna di dollari e due prime scelta ma sinora poco utilizzato e per di più male). Totale: un sacco di errori. Impossibile immaginare di affermarsi nella NFC Central a queste condizioni. Resta incoraggiante ripensare all'anno scorso, quando partendo da tre vittorie e quattro sconfitte nelle prime setta uscite i ragazzi di Tony Dungy sono giunti sino al Cahmpionship della NFC. Ma, ripetiamo, se non diminuiscono gli errori ed aumenta la concentrazione, a Tampa, a fine gennaio, i padroni di casa il Superbowl lo guarderanno dalla tribuna. E addio sogni di gloria.

Alessandro Taraschi

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