NFL 2K
National Football Conference
Central Division
WEEK 5
Minnesota @ Detroit 31-24
Ottantaquattro. Ormai era qualche settimana che il numero più giocato dai tifosi dei Vikings non usciva sulla ruota di Minneapolis. Ve ne eravate dimenticati? Daunte Culpepper e i Detroit Lions assolutamente no. Già che c'erano Daunte e Randy (Moss proprietario dell'ottantaquattro, nella foto) hanno pensato di giocarsi un terno. I numeri? 61, 17, 50, più l'ottantaquattro ovviamente, il numero jolly. La ruota scelta però è stata quella di Detroit. Al Silverdome Moss e Culpepper hanno messo in scena uno spettacolo entusiasmante di cui le tre mete (da 61, 17 e 50y appunto) sono state il pezzo forte. Sul 17 pari a metà quarto quarto, il capolavoro. Culpepper carica il braccio e lascia partire un terra aria in direzione di Moss. L'ottantaquattro è raddoppiato, come sempre, ma non è un problema. Distende le braccia. Anticipa i difensori che lo stanno schiacciando. E' fatta. Entra in end zone palla in mano. La partita finisce qui. Sì, perché la ricezione di Moss dà fiducia a tutta la squadra ed un formidabile Robert Smith (134y guadagnate) pochi minuti dopo pone la pietra tombale sulla partita con una corsa (delle sedici totali) da 65y. Inizialmente il match era stato molto equilibrato e le due formazioni si erano risposte colpo su colpo. Al TD di Germane Crowell, una ricezione da 9y, aveva risposto Moss con il più lungo TD di giornata, 61y, ben servito da Culpy. Il secondo quarto era stato cosa fra kicker. Parità. Con un FG, nell'ordine, sia di Jason Hanson (21y) che di Gary Anderson (20y). Minnesota passava in vantaggio per la prima volta nella terza frazione con le 17y di ricezione del solito Moss. Ed era una corsa di Charlie Batch ad impattare di nuovo pochi minuti all'interno dell'ultimo quarto. Quindi il Moss&Culpepper Show raggiungeva l'apice ed indirizzava i Vikings verso un 4-0 di record inatteso come non mai. Prima della fine però, quasi a conservare una tradizione non proprio edificante, i Vikes si addormentano e subiscono l'ultimo TD di Detroit, firmato Mario Bates. Lo scarto resta così limitato, come in tutte e quattro le partite sin qui disputate dalla squadra di Red McCombs ma in fondo poco importa. Le critiche ricevute in settimana (le prime a detta dell'interessato da quando gioca a football) devono aver carburato un Randy Moss che, nelle prime giornate, sembrava potesse essere limitato dalle costanti doppie coperture. Così non è. Detroit nelle ultime tre partite ha incassato da Moss prestazioni da 125, 155 e 168 yards, ma mentre prima era riuscito a segnare una sola meta questa volta è andata parecchio meglio. Cifre da paura. "Paura". Moss ha rivelato di essere stato soprannominato "freak", fenomeno, mostro, da paura, qualche anno fa, e di essere pronto a tornare in possesso di tale nomignolo. La smorfia napoletana ed "il novanta" non ce ne vogliano. Almeno a Minneapolis. Ottantaquattro, la paura.
Chicago @ Green Bay 27-24
Poche ricezioni uguale brutta partita. Non sempre. Marcus Robinson ad esempio non la pensa così. Bastano pochi palloni per cambiare l'inerzia di una gara, l'importante è saperli valorizzare. Con sole due ricezioni al Lambeu Field, sempre meno inespugnabile, Marcus ha indirizzato i suoi Bears verso la prima vittoria stagionale. 68y e touch down la prima presa. 58y e touch down la seconda. Ed il vantaggio Bears è più solido che mai. Non basta nemmeno un Favre in grande condizione per evitare ai Packs di capitolare per la quinta volta nelle ultime otto partite casalinghe. A ben vedere i Packers hanno avuto la possibilità di giocarsi fino all'ultimo la partita ma il TE rookie Bubba Franks se l'è lasciata sfuggire dalle mani proprio quando sembrava fatta. Sotto di tre con pochi secondi sul cronometro Favre vede libero sulle trenta yards di Chicago Franks e lo serve. La palla non sembra impossibile ma il giovane TE non la trattiene e Green Bay è costretta a giocarsi il quarto tentativo alla mano. Tutto inutile. Favre non fa nemmeno in tempo a rilasciare il pallone. Phillip Daniels gli è già addosso. Chicago vince per la seconda stagione consecutiva al Lambeau Field, non accadeva dal 1991-92. Vittoria meritata quella di Chicago. Passati in vantaggio con una corsa da una yard di McNown (che capitalizza il precedente intercetto di Tony Parrish) i Bears incrementano il vantaggio sino al 17-0 firmato dalla prima ricezione di Robinson. Inizia il tentativo di rimonta di Favre, interrotto solo momentaneamente dalla seconda magata di Robinson. Marcus riceve un passaggino da due yards, ma è quanto basta per superare i blitz dei Packers e correre indisturbato in end zone per un guadagno complessivo di 58y. Tre di Longwell e sette rispettivamente di Freeman e Schroeder vivacizzano il match. Edinger rispedisce Green Bay a distanza di sicurezza a quattro minuti dal termine. Più dieci Bears. Ma con Favre non è mai abbastanza. A 1:58 dal colpo di cannone di nuovo un lancio su Schroeder riapre i giochi. Per poco però. L'errore di Franks e il sack di Daniels sono dietro l'angolo. Brutta bruttissima partita per Henderson. Tutto nel primo tempo. Non trattiene in end zone un pallone che poi frutta ai suoi solo un FG di Longwell e provoca un fumble dopo una ricezione quando si trovava a metà campo. Si necessita il ritorno di Dorsey Levens. Chicago smuove una classifica che cominciava a diventare opprimente. Come? Con due sole ricezioni.
Tampa Bay @ Washington 17-20
Destino beffardo. Una settimana fa Vinny Testaverde. Domenica Micheal Husted. Una settimana fa le parole di Keyshawn Johnson e la silenziosa vendetta di Wayne Chrebet. Domenica la rinascita di Deion Sanders. Sta di fatto che dopo l'entusiasmante inizio di stagione Tampa Bay si ritrova in una situazione da dentro o fuori prima di giocarsi il Monday Night prossimo venturo sul campo degli imbattuti Vikings. Ex di turno e avversari in cerca di rivalsa hanno reso le ultime settimane sulla baia piuttosto tribolate. E' Martin Gramatica a salvare Tampa nei tempi regolamentari. Il FG del piccolo kicker argentino ricuce lo svantaggio e costringe tutti a qualche minuto aggiuntivo. I primi possessi dell'over time sono improduttivi per ambo le formazioni. Tra un punt e l'altro è il turno dei Bucs. Si liberano del pallone. Dall'altra parte spunta Deion Sanders che si ricorda improvvisamente di essere stato "prime time". Piazza un ritorno da 57y che spiana la strada al FG vincente di Michael Husted. Lo stesso Michael Husted che si era visto bloccare da Warren Sapp un field goal dalle 35 poco prima dell'ultimo tentativo di Gramatica nei regolamentari. Deion Sanders e Michael Husted. Appunto. Strade di redenzione, come quella intrapresa dai Redskins. Strade di dannazione. Come quella imboccata dai Buccaneers. La difesa non è quella vista nelle prime tre uscite, ed il calo di rendimento di Sapp e compagni influisce notevolmente anche sulle prestazioni dei colleghi dell'attacco. Attacco in cui non si è inserito granché bene l'attesissimo Keyshawn Johnson. Senza di lui non cambia molto rispetto al reparto che segnava sedici punti di media a partita nel campionato scorso. Con pochi punti sul tabellone la difesa deve tornare al gradino superiore. La sconfitta coi Redskins può starci. Primo tempo equilibrato, con una segnatura su corsa (Alstott primo quarto e Davis - inarrestabile con le sue 141y su corsa - secondo quarto) per parte. Ripresa densa di difficoltà. Washington allunga con Larry Centers e un trepunti di Husted. Reidel Anthony riporta i suoi a contatto prima del FG del pareggio di Gramatica. Ma se Sapp non avesse bloccato il FG di Husted non ci sarebbe stato nulla da fare ben prima del ritorno di Sanders. "Mi sento come una donna incinta. Aspetta nove mesi è poi il bambino arriva. - Così descrive il suo punt return Deion - ragazzi, questo bambino è arrivato, ed è bello grosso. Per tutti gli scettici - sappiate che c'è posto sul mio carro". Campioni in cerca di rivalsa. Lunedì prossimo contro i Vikings ne potrebbero spuntare di nuovi. Il capitolo ex di turno stavolta è tutto a vantaggio di Tampa. Tony Dungy, Randall McDaniel, Jeff Christy. Non li avranno ingaggiati per questo?
Alessandro Taraschi