NCAA COLLEGE FOOTBALL

10 week report

Dopo 10 settimane di gioco si può finalmente dire che la stagione del college football ha preso una fisionomia stabile, e le candidate a giocarsi il titolo all’Orange Bowl di Miami il 3 gennaio cominciano ad essere poche.

Sabato si è disputato quello che era considerato uno dei match-clou della stagione, l’incontro fra i Sooners di Oklahoma(classificati al numero 3 del ranking prima della partita) e i Cornhuskers di Nebraska(al numero 1); entrambe le squadre arrivavano allo scontro diretto disputato a Norman nell’Oklahoma imbattute e i padroni di casa, immaginando l’importanza dell’evento, non avevano programmato incontri per il sabato precedente al match, così da preservare i giocatori; non che gli ospiti avessero faticato tanto la settimana prima sconfiggendo Baylor per 59-0, in una partita praticamente finita dopo soli 15 minuti di gioco, con gli Huskers già in vantaggio per 38-0. Nebraska veniva da una striscia vincente di 13 partite, e da 7 vittorie di fila contro i Sooners, ma questa volta la storia sarebbe stata diversa.

Protagonista della partita la difesa di Oklahoma, o la mancata esecuzione offensiva di Nebraska secondo il quarterback Eric Crouch; certo, dopo i primi due possessi degli ospiti le cose sembravano andare piuttosto bene: 2 touchdown, uno su lancio e uno su corsa da 37 yards per il leader dei Cornhuskers e 169 yards totali in 2 soli drive. Ma dal secondo quarto è solo Oklahoma in campo: prima segna un touchdown il fullback Quentin Griffin, poi il quarterback mancino Josh Heupel trova in end-zone Curtis Fagan per il 14 pari. Un field-goal di Tim Duncan(non quello che gioca per gli Spurs)porta i Sooners in vantaggio dopo un punt bloccato, e il divario aumenta quando Josh Norman(l’uomo che aveva bloccato il calcio) segna con una corsa da 8 yards. Poi nel terzo quarto i padroni di casa dilagano; e il gioco della partita è l’intercetto riportato fino in fondo dopo una corsa di 32 yards dal cornerback Derrick Strait, accolto da una pioggia di arance(uno dei simboli di Oklahoma) al suo ingresso in area di meta. Poi, allo scadere del tempo, i cori “siamo numero 1” del pubblico, una pioggia molto più copiosa di agrumi e la tradizionale cerimonia di abbattimento dei pali salutano la prima apparizione al numero 1 del ranking per i Sooners dal 1987, e guarda caso anche in quell’occasione era stata una vittoria su Nebraska a portarli in cima alle classifiche. Alla fine anche (31-14 il punteggio)tanta soddisfazione per il coach al secondo anno Bob Stoops e una gran prova difensiva per i vincitori, capaci di tenere il miglior attacco della nazione sulle corse e il secondo per punti segnati ad un bottino misero. Unica nota negativa per il quarterback Josh Heupel (per lui 20 su 34 per 300 yards), l’interruzione della sua striscia di 145 lanci senza un intercetto. Le strane e complicate leggi del college football danno però agli Huskers una possibilità di rivincita e di rientro nella corsa al titolo: la finale della Big 12 conference, che con tutta probabilità sarà un rematch della supersfida di sabato.

L’unica altra squadra rimasta imbattuta è Virginia Tech; i finalisti della scorsa stagione vengono da due sfide molto tirate con Syracuse e Pittsburgh: contro gli Orangemen c’è voluta una rimonta da sotto 14-0 con 2 touchdown di Lee Suggs nel terzo periodo e uno del quarterback Micheal Vick nel finale per chiudere la partita 22-14; contro i Panthers la chiave è stata l’eroica prestazione del QB di riserva Dave Meyer, che dopo essere entrato a sostituire Vick(per lui una distorsione alla caviglia, dovrebbe essere in campo sabato)nell’ultimo drive ha messo in condizioni Carter Warley di segnare dalle 27 yards il field-goal del 37-34, poche minuti dopo che il kicker degli Hokies aveva sbagliato dalle 46. Per la squadra allenata da Frank Beamer il test decisivo è questo sabato a Miami nel delicato match contro gli Hurricanes, che stazionano per ora al numero 5 del ranking e vengono da 2 vittorie, una facile su Temple e una più impegnativa su Louisiana Tech, anche per colpa di una brutta partita della squadra della Florida(4 palle perse, 12 penalità e 485 yards concesse agli avversari).

Miami è una delle 6 “inseguitrici” con una sconfitta, ma probabilmente l’unica ancora in grado di impensierire le prime per la corsa al titolo, a  meno di grossi scossoni; le altre sono Nebraska, Florida State, Florida, Oregon e Washington.

Grandi decaduti i Tigers di Clemson, la sorpresa della parte iniziale della stagione, usciti dal giro delle migliori a causa della sconfitta di sabato scorso contro Georgia Tech per 31-28 in una partita chiusa dalla spettacolare presa ad una mano del ricevitore degli Yellow-Jackets Kerry Watkins a 7 secondi dalla fine

I Ducks di Oregon potranno consolarsi se riusciranno a vincere la corsa per il “nonno” delle partite di fine stagione: il Rose Bowl di Pasadena, che ogni anno mette di fronte i campioni della Big Ten e della Pac-10, e se le cose dovessero rimanere come stanno in California affronterebbero anche i Boilermakers di Purdue, primi nella loro conference con 5 vittorie ed una sconfitta.

Mancano poche giornate alla fine, la stagione entra nella fase decisiva e due partite sono segnate con un circoletto rosso sui calendari degli appassionati: Virginia Tech-Miami questo sabato e la finale della Big 12 che presumibilmente rimetterà di fronte Oklahoma e Nebraska; se Hokies e Sooners supereranno i loro rispettivi scogli saranno loro a guadagnarsi la tanto agognata gita in Florida per capodanno.

Matteo Gandini

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