NFL 2K


American Football Conference
East Division

WEEK 7

Buffalo Bills vs San Diego Chargers 27-24

Lo spavento è passato. Ed è stato pure doppio: quello di trovarsi 2-4 in classifica dopo aver perso 4 gare di fila, e quello di essersi trovati sotto di 10 punti contro i Chargers che, con tutto il rispetto, non incutono certo lo stesso timore dei Rams.
Eppure c'è mancato poco. Solo un calcio all'overtime ha risolto la partita, dopo che, come detto, a metà del terzo quarto i Bills erano sotto di 10 punti. E guardando i numeri a fine gara riesce difficile individuare un motivo per cui Buffalo avrebbe potuto perdere: yards totali 424-303, yards di corsa 95-52; yards su passaggio 329-251; intercetti 2-1. Tutto a favore dei Bills. A sfavore semmai c'è stato l'infortunio alla spalla che Rob Johnson ha subito all'inizio del supplementare e che lo terrà fuori da 2 a 4 settimane. Ma Doug Flutie è stato bravo nel guidare la squadra 31 yds, fino a portare Christie e distanza sufficiente per il calcio decisivo. Diciamo anche che, comunque, i Chargers hanno fatto una partita onesta, ma hanno talmente tanti problemi in cabina di regia che tutto il resto sparisce. Se poi anche il coach inizia a complicarsi la vita da solo (Harbaugh panchinato dopo un buon primo quarto e poi precipitosamente rimesso in campo dopo che Moreno con due fumbles aveva "regalato" ai Bills un parziale di 14-3 nel 2° quarto) allora non c'è proprio speranza. Quindi, a parte gli errori di San Diego, la spiegazione della vittoria sta forse nelle parole di Eric Moulds (11 ricezioni per 170 yards): "Eravamo nella situazione in cui questa avrebbe potuto essere una sconfitta terribile. Penso che questa partita ha mostrato quale carattere abbiamo".
Bottom line: che i Bills avessero carattere non c'era dubbio ed adesso sono di nuovo in linea di galleggiamento in classifica. Purtroppo le tre sconfitte contro i cugini di division alla lunga rischiano di pesare, ma ormai la frittata è fatta. Domenica prossima ci potrebbe essere la possibilità di sfruttare due scontri diretti in division, ma purtroppo bisogna andare a Minneapolis, e non sarà una passeggiata.

Indianapolis Colts at Seattle Seahawks 37-24

Rieccolo, per fortuna. Tanti giocatori di fantasy football (incluso chi scrive) avevano iniziato a chiedersi dov'era finito Edgerrin James, e se valeva ancora la pena tenerlo titolasre o addirittura in squadra. Nessun TD nelle ultime due partite, nessuna gara da 100 yards dalla prima di campionato contro i Chiefs. Insomma: ma è lo stesso dello scorso anno?
Risposta: James c'è, eccome. 3 touchdowns, 219 yds di corsa (record assoluto per i Colts) su 38 portate, di cui 82 solo nel primo quarto. Più, di mancia, 1 ricezione da 9 yards. Era la sua prima partita contro i Seahawks e c'è da giurare che i fans di Seattle, anche se distratti dalle radioline che trasmettevano la concomitante partita di baseball Mariners-Yankees, non se la dimenticheranno tanto presto. "Devo ringraziare e dare merito alla linea offensiva e ai ricevitori. Hanno bloccato benissimo e mi hanno dato le opportunità di cui avevo bisogno. Ha detto il running back dei Colts alla fine della gara. Infatti, è anche grazie ad un solido passing game se James ha potuto correre con tale efficacia. Marvin Harrison ha chiuso con 7 ricezioni per 134 yds, il TE Dilger con 6 per 93 yds ed un TD, Terrance Wilkins con 5 per 32 yds. Insomma, una bella, solida e convincente performance di tutta la squadra, che era tra l'altro opposta ad un team non proprio facile da affrontare ma che è stata contenuto in modo magistrale. Basti il dato delle yards corse: 219-65, nonostante i Seahawks abbiano un certo Ricky Watters (solo 24 yds) e uno dei migliori rookies di quest'anno come Shaun Alexander (20 per lui).
Bottom line: Ah, sì. C'era anche Peyton Manning. Ma forse il suo 20-30 per 281 yds non fa più notizia. Ha fatto semmai notizia la sua prestazione incolore di domenica scorsa, ed ora è tornato alla normalità. Domenica è già tempo di rivincita contro i Patriots: la sconfitta dell'andata, due settimane fa, è ancora fresca e brucia.

New York Jets at New England Patriots 34-17

Era una gara chiave per tutte e due le squadre. Per i Jets, perché vincere voleva dire agganciare Miami in testa, approfittando del loro bye week. Per i Pats, perché dopo due vittorie di fila era l'opportunità di tornare veramente in corsa. E per tutti e due, dal momento che dall'inizio dell'era-Parcells questa è diventata una delle rivalità più accese di tutta la lega.
Hanno vinto i Jets, che tornano in testa alla division (5-1), mentre New England (2-5) vede appese al classico filo le speranze di salvare la stagione. La gara ha vissuto su due piani distinti. Quando i Jets avevano la palla, l'attacco aveva un nome ed un cognome: Curtis Martin. Nello stadio che lo ha visto protagonista della Superbowl-run dei Patriots targati Parcells, Martin ha segnato 3 touchdowns, corso per 143 yds su 34 portate e ricevuto 2 palloni per 18 yds. È stato l'unico in grado di cambiare passo e rendere irresistibili gli attacchi dei Jets; né Testaverde, regolarmente al suo posto nonostante l'infortunio di domenica scorsa, né nessuno dei ricevitori ha lasciato il segno nella gara.
Viceversa, quando erano i Patriots ad avere la palla, Drew Bledsoe ha passato pochi bei momenti. La sua linea si è dimostrata del tutto incapace di contenere una difesa letteralmente trasformata dai due rookies Abraham ed Ellis. Alla fine della gara il povero Bledsoe subirà 7 sack, mai così tanti in carriera, ma soprattutto resta la sensazione di quasi frustrazione di un giocatore che continuava avedere difensori in biancoverde che spuntavano da tutte le parti. I Pats hanno avuto un bel drive nel primo quarto, chiuso con un fg, ed uno nel secondo, con la corsa in end zone di Faulk. Poi nulla o quasi. Rimane per Bledsoe solo la soddisfazione di aver segnato il suo primo touchdown in carriera nel 4° periodo, con una corsa a sorpresa di 13 yds trascinandosi in meta tre difensori avversari. E nel finale c'è stato spazio anche stavolta per il rookie Michael Bishop ed il suo braccio micidiale, che si sta dimostrando un'arma tattica che Belichick pare voler sfruttare a dovere. 
Bottom line: è finita per New England? Non sembrano in effetti messi molto bene: a 2-5 e con la trasferta ad Indianapolis che incombe non ci sono molti margini di speranza. Se non è finita, poco ci manca.
Lunedì notte si giocherà un Monday Night dai significati enormi. Nessuno si aspettava i Jets e men che meno i Dolphins in testa alla division, e il primato giocato in una partita secca in diretta nazionale carica la gara di motivi aggiuntivi alla fiera rivalità tra le due squadre. Il pronostico è complicato, ma si gioca a Meadowlands e i Delfini hanno una cronica antipatia per le sfide divisionali. Vedremo...

Mauro Rizzotto

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