NFL 2K


American Football Conference
East Division

WEEK 5

Miami Dolphins at Cincinnati Bengals 31-16

C'è mancato poco. Un'azione Smith/Warrick, i due uomini su cui si basa il futuro delle povere tigri dell'Ohio (posto che Dillon non decida di rimanere anche dopo la fine di quest'anno), e sembrava già tutto pronto per festeggiare il neo coach Dick LeBeau. E poi un fumble di Miami, il solito intercetto tirato da Fiedler. Insomma: pareva la volta buona per la prima vittoria dei Bengala.
"Tutto quello che non volevamo che succedesse, era successo. Ma sentivamo che loro avevano già sparato le loro cartucce migliori, ed abbiamo scoperto di cosa siamo fatti." Parole (e musica, per le orecchie dei fans) di Dave Wannstedt. E così i Dolphins sono 4-1, più avanti perfino dei Colts, che però hanno già avuto il bye week. Ed è probabilmente la prospettiva migliore per ricevere i Bills e, dopo il bye, andare nella tana dei Jets, visto che non è un segreto per nessuno quanto i delfini soffrano le sfide contro i vicini di division. Protagonista della partita di Cincinnati è stato Oronde Gasden (foto), giocatore spesso sottovalutato ma pur sempre l'unico ricevitore alto che Miami abbia a roster. Ieri Fiedler (14-21 per 155 yds, 2 TD e 1 Int) lo ha centrato due volte in end zone per i 14 punti che hanno definitivamente chiuso la partita, dopo che Lamar Smith (12 portate per 66 yds) aveva corso 18 yds per il TD del vantaggio Miami.
In effetti non è stato così facile come era lecito attendersi: fino all'intervallo i Bengals erano ancora sopra 13-10 ed era stata come al solito la difesa di Miami, ancorché priva di pezi importanti come Gardener e Thomas, a tenere la squadra in partita. Anzi, con il senno di poi, il fumble provocato e ritornato per 29 yds in TD da Jason Taylor è stata la vera svolta della partita. Da lì in poi Cincinnati ha iniziato a perdersi, e non si è più ritrovata, nonostante i bei numeri di Dillon, che alla fine, contro la difesa dei Dolphins, ha corso 110 yds.
Bottom line: 31 punti in una gara sola non si vedevano da parecchio tempo ai Dolphins. Può essere una iniezione di fiducia in vista dello scontro con i soliti nemici di Buffalo, quelli che hanno lasciato ai delfini cicatrici che bruciano ancora. Peccato che la difesa dei Bills non sia proprio uguale a quella di Cincinnati, ed il fatto che l'attacco di Miami non ha fatto registrare grosse performances da parte di nessuno non è un bel indizio. A domenica il verdetto.

Indianapolis Colts at Buffalo Bills 18-16

Guardiamo le cifre. Yards corse: 170-81 Bills; yards passate: 215-184 Bills; yards totali: 385-265 Bills; primi downs: 21-14 Bills; intercetti: 1-0 Bills; tempo di possesso: 35:59 dei Bills contro 24:01 di Indy. Eppure, alla fine, hanno vinto i Colts. Con un calcio da 45 yds di Vanderjagt allo scadere.
Tutto ciò mi ricorda la partita dello scorso anno a Miami, quando i Colts vinsero una battaglia a suon di TD contro i Dolphins (guidati da un pimpantissimo Marino) con un FG di Vanderjagt (foto) allo scadere. E sembrerà una frase banale, ma queste sono le partite che le grandi squadre vincono.
"Eravamo calmi. Nessun segno di panico" ha detto Manning dell'ultimo drive. E proprio lui ha dimostrato come si può vincere anche senza fare meraviglie (il suo 16-27 per 187 yds e 1 int è ben lontano dalle 440 yds di domenica scorsa) ma facendo le cose giuste e non mollando mai. Ed è ovvio che, se questa è una vittoria importantissima per Indy, è una sconfitta che brucia molto per i Bills, perché da molti anni, da quando la AFC East è così forte, le partite divisionali valgono praticamente doppio. "Se avessimo, se potessimo, se volessimo... Non si può andare avanti così: dobbiamo andare in campo e fare punti" ha detto Eric Moulds, pure uno dei migliori dei suoi, con 9 ricezioni per 112 yds. Ma tutta la squadra, in effetti, ha giocato bene, con Johnson che ha chiuso con un bel 21-32 per 246 yds e nessun intercetto (ma 4 sacks), ed è proprio per questo che la sconfitta fa così male.
"Certo, è una sconfitta pesante, ma non ci posso fare niente, ora" ha detto un amareggiato coach Phillips. "Dobbiamo imparare da queste cose".
Indianapolis, com'è ovvio, non ha avuto grandi numeri da nessuno dei suoi big: né Manning, né James (19 corse per 60 yds, più 4 ricezioni per 43 yds)), né Harrison (3 passaggi per 45 yds ed il "solito" TD). Ma ha esibito una notevole compattezza di squadra, e comunque, avere un quarterback come quello che hanno loro aiuta: questa è stata l'ottava volta in cui Manning ha guidato i Colts ad una rimonta nel quarto periodo e la quarta in cui la rimonta si è conclusa con una vittoria. Non male per un qb al terzo anno...
Bottom line: Buffalo ha dominato, Indianapolis ha vinto. Per Buffalo può non significare molto, al di là dell'amarezza: la squadra c'è e si rifarà. I Colts, invece, traggono nuove certezze da questa partita: anche senza le 400 yds di Peyton o le 100 di Edgerrin, si può vincere lo stesso.

New England Patriots vs Denver Broncos 43-14

Dai e dai, i Patriots ce l'hanno fatta. Ma, visto che il finale di partita non è il loro forte quest'anno, forse Belichick ha studiato a tavolino un game plan di questo genere: partiamo forte, che poi non si sa cosa succede.
Così Bledsoe ha eseguito: due passaggi per Troy Brown, uno per Redmond, tutti zitti, pubblico del Milehigh Stadium compreso, e all'intervallo siamo 21-3, sufficiente per chiudere la partita. Drew Bledsoe poi lancerà anche un terzo passaggio in TD per JR Redmond, ed alla fine per lui ci sarà uno score di 18-27 per 271 yds ed un intercetto lanciato su guarda-un-po'-chi-si-rivede Terrell Buckley, avversario di tante battaglie in maglia Dolphins. "Mi sento meglio. È passato parecchio tempo, e questa è una bella vittoria per noi. Abbiamo lavorato duro per tre settimane sull'attacco in red zone, e oggi finalmente abbiamo realizzato quello che dovevamo." ha detto il quarterback dei Patriots al temine della gara. Una bella vittoria, quindi, sia perché spezza finalmente un digiuno anche immeritato che durava dall'inizio della stagione, ma anche perché ottenuta in trasferta e sul campo di una delle squadre che meglio si erano comportate in quest'inizio d'anno.
Bottom line: a 1-4 si sta sicuramente meglio che a 0-4 o, peggio, a 0-5. Ma non è comunque una bella posizione, e lo stato d'animo a Foxboro è quello di chi sente che si sta giocando le ultime carte per risalire la corrente prima che sia troppo tardi. E domenica arrivano proprio i Colts...

Mauro Rizzotto

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