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DIVISIONAL



by Carlo Mantovani

 

CHICAGO 19 - PHILADELPHIA 33 

"Come avevo brillantemente pronosticato..." no, così rischi di essere presuntuoso. 
"Io lo avevo detto..." no, no: tono eccessivamente profetico.
Insomma: ho indovinato quasi tutto!!!
Gli Eagles (cara vecchia NFC EAST...) sono la vera mina vagante della NFL e, dopo aver segato le gambe a Tony Dungy (il nuovo allenatore dei Colts), hanno domato (36 a 23 i minuti di possesso!) anche gli Orsi dell'Illinois.
Penso che la partita l'abbiate vista tutti: e se qualcuno (qualche scettico insoddisfatto) ancora aveva dei dubbi su Donovan McNabb, ho la discreta certezza che adesso si sia convertito. Pur avendo di fronte una delle migliori unità difensive della lega, il qb degli Eagles (due td pass un td su corsa, 300 yds in totale!) ha completamente dominato il campo: neppure i velocissimi lb di Chicago, capeggiati dal fenomenale Brian Urlacher, hanno potuto fermare il fuoriclasse di Philadelphia. 
Mi sembra che la descrizione più significativa della sua prestazione l'abbia data, con grande capacità di sintesi, un suo avversario, l'OT Blake Brockermeyer: "McNabb ci ha fatto davvero morire: più e più volte l'abbiamo avuto in pugno, ma lui è riuscito ugualmente a fare le giocate!"
Effettivamente il qb degli Eagles ha fatto (quasi) tutto quello che voleva, scartando gli avversari come birilli e dimostrando una sicurezza e una padronanza di gioco che soltanto i grandi campioni hanno. 
Certo, la linea d'attacco ha disputato una grande partita, proteggendo al massimo il proprio gioiello (e concedendo il primo sack nel terzo periodo!). Ma per scrollarsi addosso questi Bears, una squadra estremamente determinata e compatta che non cede mai, serviva il talento di un playmaker come McNabb. 
Chicago, infatti, ha ancora una volta dimostrato di saper stringere i denti e lottare sino in fondo, anche quando le circostanze sono scoraggianti.
Come all'inizio del secondo quarto quando- sotto 6-0 (grazie a due fg dell'impeccabile David Ackers)- affrontano un terzo e lungo. Il qb dei Bears, l'incostante Jim Miller, prova un lob verso il wr #80 Dez White, ma il lancio è impreciso e viene intercettato dalla safety Damoon More (stellare la sua prestazione). Pazienza. Il fatto grave è che, durante il ritorno, il terribile Hough Douglas si trova davanti lo stesso Miller e-figuratevi un pò- lo asfalta per benino! Risultato: Chicago perde non soltanto la palla, ma anche il qb titolare. La riserva, l'enigmatico (è un eufemismo, dai!) Matthews non ha mai dato la sensazione di capirci qualcosa e il suo apporto (altro eufemismo) è stato del tutto trascurabile. 
Nonostante ciò i Bears, un esempio di tenacia agonistica, sono rimasti in partita sino a 3 minuti dal termine, quando McNabb, con un fantastico slalom da 5 yds, ha definitivamente stroncato la resistenza degli avversari. Merito di due big plays che hanno parzialmente "coperto" una prestazione piuttosto modesta dell'attacco di Chicago, consentendo agli uomini di Dick Jauron di rispondere colpo su colpo ai 2 td pass di Mc Nabb (6 yds per Staley e 14 yds per Lewis): prima una travolgente reverse da 47 yds del rookie Ahmad Merrit e poi una stupenda giocata difensiva del cb Azumah (che ritorna l'intercetto in meta dopo una corsa 39 yds). Se vi state chiedendo che fine ha fatto "the rookie of the year" "the A-Train" Antony Johnson, beh, andate al leggere la casella dei placcaggi di Trotter (LB) e Dawkins (S), non a caso due all-pro che rivedremo ad Honolulu: il povero corridore di Chicago (causa un passing game praticamente inesistente) non ha avuto quasi mai spazio per correre e anche per lui la delusione è stata grande.
I Bears (13-4) escono di scena dopo una grande stagione in cui hanno regalato grandi emozioni: ma il gioco aereo è ancora troppo scarso e così (come del resto dimostrano le sconfitte di Tampa e Baltimore) non si va avanti nei playoffs. Morale: Coach Jauron avrà le mani piene, ma la base è veramente buona. E non mi stupirei se l'anno prossimo Chicago andasse fino in fondo.
Philadelphia (13-5), ormai è chiaro, non è superiore a nessuno, ma può vincere contro chiunque: St. Louis Rams compresi.
Gli Eagles hanno un fuoriclasse virtualmente "unstoppable" nella posizione di qb, ottimi special teams e una difesa molto aggressiva, potente e veloce, con dei fortissimi cornerback: l'ideale (o meglio: l'unica soluzione possibile!) contro lo straripante attacco guidato dal non-mobilissimo Warner, storicamente allergico ai blitz. Del resto ricorderete come andò a finire nella prima giornata: i Rams si imposero al Veteran stadium (20-17), ma con grande fatica e soltanto in overtime. 
Anche il Championship Game di domenica prossima dovrebbe essere molto combattuto, ma bisogna segnalare un paio di importantissime novità.
Innanzi tutto la difesa dei Rams (la seconda della NFL per yds concesse) è migliorata tantissimo nel corso della stagione, arrivando ad annullare con estrema facilità un asso come Brett Favre; in secondo luogo non si sa ancora se Troy Vincent, il miglior cover-man degli Eagles, potrà giocare: ma di certo, dopo l'infortunio all'inguine riportato al Soldier Field, non potrà essere al meglio.

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